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- PARTE I - La linea politica cittadina
- PARTE 2 - Le Politiche Sociali
- PARTE 3 - Pari opportunità, partecipazione e trasparenza.
- PARTE 4 - Un'idea per lo sviluppo economico.
- PARTE 5 - Agricoltura e Pesca
- PARTE 6 - Il Turismo
- PARTE 7 - Il Commercio
- PARTE 8 - I Giovani
- PARTE 9 - Beni ed Attività Culturali
- PARTE 10 - La Pubblica Istruzione
- PARTE 11 - Urbanistica
- PARTE 12 - L'ambiente
- PARTE 13 - Lavori Pubblici ed Infrastrutture
- PARTE 14 - Società Partecipate e Partecipazione
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SVILUPPO ECONOMICO
Premessa
Il sistema produttivo ha subito negli ultimi anni profonde trasformazioni e dalla crisi economica in atto potrebbe derivare una impostazione completamente diversa dell’intero sistema produttivo mondiale. Tutto ciò non può che avere ripercussioni sul sistema delle attività economiche presenti sul nostro territorio. L’economia della nostra città storicamente si caratterizza come una economia di servizi, turismo, piccolo e medio artigianato, accanto ad una importante presenza del settore lapideo e calzaturiero.
Industria e Artigianato. Il Distretto di Economia Solidale.
La crisi economica può anche rappresentare una straordinaria occasione per ripensare il futuro rimettendo in discussione quel modello di sviluppo fondato sulla crescita illimitata dei consumi, che, per la sua stessa insostenibilità, è alla base della crisi attuale. Le cause della crisi risiedono infatti nella non sostenibilità di un sistema che lascia che le speculazioni prevalgano sulle regole, la finanza sull’economia reale, i mercati sulla politica.
L’uscita dalla crisi non può essere ricercata sostenendo la domanda di consumi individuali: l’unico sviluppo che può essere immaginato è lo sviluppo eco-solidale.
Anche a livello locale è doveroso iniziare a superare questo modello orientandosi verso un’economia di cooperazione stimolando la domanda di bisogni collettivi (ambiente, sociale, biologico, energie alternative, acquisti verdi, ecc.) praticando e suggerendo stili di vita improntati alla sobrietà, al consumo critico, alla giustizia sociale. Un’economia non più orientata in modo referenziale sulla propria crescita ma che promuova il bene comune attraverso l’uso di prodotti e servizi rispettosi del sociale, dell’ambiente e dell’etica.
La nostra città può diventare un laboratorio di economia solidale teso a modificare stili di vita, modelli di consumo, capacità di accogliere e di includere.
Crediamo sia possibile e necessario costituire nella BAT, il primo distretto di economia solidale della Puglia associando lo sviluppo del territorio a una identità, a un marchio che ne renda visibile la sostenibilità ambientale e la solidarietà sociale: una Bandiera Etica ( così come esistono tante bandiere blu, arancioni, verdi), che identifichi un territorio che si distingue per aver scelto un nuovo modello di sviluppo capace di trasformare l’etica in fattore strategico in vantaggio competitivo (valorizzazione della dimensione locale privilegiando la produzione e l’utilizzo delle risorse del territorio, turismo sociale, economia equa e socialmente sostenibile).
La creazione di un Distretto di economia solidale, modellato sui distretti industriali caratterizzati da comportamenti cooperativi tra gli attori coinvolti, secondo un modello organizzativo di tipo reticolare, presuppone un cambio di prospettiva che sappia aprire una nuova stagione di partnership tra ente locale, forze politiche, economia, cooperazione sociale, volontariato, associazioni di consumatori, società civile.
Premessa
Il sistema produttivo ha subito negli ultimi anni profonde trasformazioni e dalla crisi economica in atto potrebbe derivare una impostazione completamente diversa dell’intero sistema produttivo mondiale. Tutto ciò non può che avere ripercussioni sul sistema delle attività economiche presenti sul nostro territorio. L’economia della nostra città storicamente si caratterizza come una economia di servizi, turismo, piccolo e medio artigianato, accanto ad una importante presenza del settore lapideo e calzaturiero.
Industria e Artigianato. Il Distretto di Economia Solidale.
La crisi economica può anche rappresentare una straordinaria occasione per ripensare il futuro rimettendo in discussione quel modello di sviluppo fondato sulla crescita illimitata dei consumi, che, per la sua stessa insostenibilità, è alla base della crisi attuale. Le cause della crisi risiedono infatti nella non sostenibilità di un sistema che lascia che le speculazioni prevalgano sulle regole, la finanza sull’economia reale, i mercati sulla politica.
L’uscita dalla crisi non può essere ricercata sostenendo la domanda di consumi individuali: l’unico sviluppo che può essere immaginato è lo sviluppo eco-solidale.
Anche a livello locale è doveroso iniziare a superare questo modello orientandosi verso un’economia di cooperazione stimolando la domanda di bisogni collettivi (ambiente, sociale, biologico, energie alternative, acquisti verdi, ecc.) praticando e suggerendo stili di vita improntati alla sobrietà, al consumo critico, alla giustizia sociale. Un’economia non più orientata in modo referenziale sulla propria crescita ma che promuova il bene comune attraverso l’uso di prodotti e servizi rispettosi del sociale, dell’ambiente e dell’etica.
La nostra città può diventare un laboratorio di economia solidale teso a modificare stili di vita, modelli di consumo, capacità di accogliere e di includere.
Crediamo sia possibile e necessario costituire nella BAT, il primo distretto di economia solidale della Puglia associando lo sviluppo del territorio a una identità, a un marchio che ne renda visibile la sostenibilità ambientale e la solidarietà sociale: una Bandiera Etica ( così come esistono tante bandiere blu, arancioni, verdi), che identifichi un territorio che si distingue per aver scelto un nuovo modello di sviluppo capace di trasformare l’etica in fattore strategico in vantaggio competitivo (valorizzazione della dimensione locale privilegiando la produzione e l’utilizzo delle risorse del territorio, turismo sociale, economia equa e socialmente sostenibile).
La creazione di un Distretto di economia solidale, modellato sui distretti industriali caratterizzati da comportamenti cooperativi tra gli attori coinvolti, secondo un modello organizzativo di tipo reticolare, presuppone un cambio di prospettiva che sappia aprire una nuova stagione di partnership tra ente locale, forze politiche, economia, cooperazione sociale, volontariato, associazioni di consumatori, società civile.